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Liam Gallagher agli i-Days, foto scaletta

Credits: Arianna Carotta

Arrivano le 22.00 e a favor di tenebre, introdotto da cori da stadio (l'inno del Manchester campione) e un potente rock ("Fuckin' in the Bush" firmato Oasis), torna sul palco dell'I Days (dove era già stato nel 2018) Liam Gallagher, con tanto di parka d'ordinanza, bermuda e tra le mani le mitiche maracas e il tamburello. Ad accoglierlo un'ovazione del pubblico. L'attacco del concerto è tutto dedicato alla sua storia, o meglio a quella fantastica avventura con suo fratello. Ecco così che il cantante si riallaccia agli Oasis (indissolubile rapporto) per avviare i motori del concerto. "Morning Glory" e "Rock n Roll Star" sono un bel e inevitabile inizio e scaldano il pubblico che ovviamente questi brani li maneggia e li appassiona. La band che lo accompagna (una "large band" composta da otto elementi e quattro coriste) spinge e picchia duro, sostenuta anche da un volume adeguato, con le chitarre protagoniste. Se quelle dei Black Keys erano anni '70 qui siamo inevitabilmente nel mondo del rock anni '90.

Credits: Arianna Carotta

Liam sul palco fa Liam, canta sempre proteso verso il microfono, nel suo consueto modo, con la voce non perfetta e il suo fare che sembra tra lo strafottente e l'annoiato. Nelle aperture musicali viaggia per il palco, guarda in alto (forse attratto da una luna quasi piena che fa mostra sulle teste del pubblico) come su tutto ciò che lo circonda non lo riguardasse. Non è un mostro di empatia e anche quando si rivolge al pubblico lo fa con apparente "freddezza" e poco trasporto. 

Credits: Arianna Carotta

scaeNello sviluppo del concerto Liam si divide tra le sue canzoni da solista e i grandi successi della band. Ovviamente i brani storici sono ben accolti, un po' più di distacco dalla platea sulle sue canzoni che sono molto in stile Oasis o meno li accomuna la band che lo accompagna. Tra le esecuzioni spicca "Stand By Me" che diventa un inno corale tra pubblico e palco.

Sul finire del set Liam punta molto sul suo repertorio e quello è il momento in cui il pubblico pare essere più distratto, lontano. Ma arriva subito una sterzata finale sulle note delle canzoni degli Oasis. Il trittico conclusivo, tutto dedicato al repertorio della band è coinvolgente, Soprattutto quando arrivano le prime note dell'iconica "Wonderwall" diventato un inno generazionale. Su "Champagne Supernova" si va tutti a casa, così, senza una parola. Tutti soddisfatti canticchiando "Wonderwall" ci si avvia all'uscita. L'impressione, che in realtà offre sempre Liam, è quella che il compito sia fatto, messo da parte anche questo concerto.... ma è solo un'impressione. La realtà è che si tratta di un concerto ben confezionato e più appassionante quando affonda le mani nel vecchio repertorio

Scaletta:

  1. Morning Glory (Oasis )
  2. Rock 'n' Roll Star (Oasis)
  3. Wall of Glass
  4. Better Days
  5. Why Me? Why Not.
  6. C'mon You Know
  7. Stand by Me (Oasis)
  8. Roll It Over (Oasis)
  9. Slide Away (Oasis)
  10. More Power
  11. Diamond in the Dark
  12. The River
  13. Once
  14. Cigarettes & Alcohol (Oasis)
  15. Wonderwall (Oasis)
  16. Champagne Supernova (Oasis) 

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